Parchiule, un villaggio immerso nella natura e nella tradizione
Acciambellato come un grosso gatto ai piedi dell’Alpe della Luna, il borgo di Parchiule distende le sue poche case nella stretta valle dell’Auro. Queste sono costruite con blocchi di arenaria grigia e in molti casi possono ancora vantare caratteristici tetti in lastre di pietra nera. E’ proprio l’aspetto delle abitazioni a suggerire origini decisamente remote, cosa che i documenti non riescono a raccontare del tutto.
Cenni storici sul borgo di Parchiule
Parchiule e il suo capoluogo BORGO PACE sono madri sventurate, la guerra non ha tolto loro solamente figli in gran numero: si è accanita contro di esse al punto da distruggerne quasi totalmente la memoria, quella memoria conservata negli archivi. Contro tale furore, nulla ha potuto la bella torre feudale, se non osservare dall’alto, impotente, lo sfacelo. Oggi la torre è poco più di un rudere che, mortificato e assediato dalla vegetazione, se ne sta artigliato alla sua altura.
Dalle poche testimonianze superstiti sappiamo che il territorio era già abitato in un’epoca antecedente a quella romana
Mettendo assieme altri brandelli di storia, se ne ricava che Parchiule appartenne al Vicariato di Lamoli, situato nella provincia della Massa Trabaria.
Nel 1338 il Vicariato divenne dominio del Conte Antonio di Urbino e nel 1520 passò sotto Città di Castello per poi essere di nuovo conquistato dagli urbinati una trentina d’anni più tardi.
Con Napoleone il Vicariato diventò cosa di Mercatello sul Metauro. Nel 1827, tuttavia, Papa Leone decise perché Parchiule e la vicina Castello dei Fabbri avessero come capoluogo Borgo Pace.
Parchiule di Borgo Pace oggi
Il visitatore odierno, almeno quello capace di concedersi del tempo, resterà certo sorpreso dallo straordinario borgo di Parchiule. Il merito non va tanto al grazioso oratorio della Madonna del Bell’Amore e neppure al peculiare ponticello che la collega alla chiesa di Santa Maria, quanto all’atmosfera magica che si respira in questo paesello e nelle sue immediate vicinanze.
E’ una cosa a metà tra un sorriso e un masticarsi le labbra quello che prende a fare la bocca del forestiero quando costui scopre che da queste parti il dizionario non comprende parole come smartphone e wi-fi. E sì, di primo acchito Parchiule pare proprio come una vecchia zia, tanto cara per carità, ma un pochino svampita e del tutto fuori dal mondo.
L’utilità dell’inutile: l’ozio e l’arte di riscoprire se stessi.
Poi succede che senza niente da fare in particolare, ci si addentra per i bei sentieri dell’Appennino. Lo si può fare a piedi o inforcando una bicicletta. Immediatamente il corpo viene pervaso dall’energia pacata che trasmette la natura e gli occhi prendono ad archiviare i colori che ad ogni stagione dipingono il bosco in maniera differente, senza tuttavia smettere mai di donare meraviglia.
L’estate, quando il sole frigge sulla pelle e ammanta i campi dei suoi riflessi d’oro e d’ambra, ci si rinfresca nelle acque cristalline che spesso si raccolgono in piscine naturali talmente ampie da poterci nuotare. Si tratta di gorghe spettacolari, per dirla tutta, di quelle che si crede esistano solo nei film.
Percorrendo le strade che portano al borgo ci si imbatte sovente in uomini e donne intenti in vecchi mestieri legati alla terra e al bosco che si pensa relegati nei romanzi di ambientazione storica, e che invece sono a tutt’oggi vivissimi. Sono lavori duri, che però non richiedono fretta.
E già, perché il dizionario qui non contempla le parole smartphone e wi-fi, ma non contiene neppure i vocaboli fretta, inquinamento e stress. E allora quel sorrisetto un tantino saccente scompare dal volto del visitatore e, senza che questi se ne accorga, gli angoli della bocca si tirano all’insù, in sorriso vero, colmo di serenità.
La bellezza delle piccole cose e del lento scorrere del tempo.
Quella che si credeva una vecchia zia bacucca si mostra infine per quella che è: una splenda insegnante di filosofia che, senza voler dare lezioni, ascolta e insegna ad ascoltare se stessi. Qui ci vuole poco per capire cosa è importante davvero e cosa lo è solo all’apparenza, per comprendere che la vita è tutta a colori. Che sono la fretta, gli obblighi, il virtuale, i palazzi a cinque piani a stendervi sopra una brutta mano di grigio.
E’ forse è per questo che molti hanno deciso di acquistare una seconda casa presso il borgo di Parchiule, un piccolo angolo di pianeta dove la gente parla e non chatta, dove le riunioni non sono arene per condomini, semmai una scusa per rimpinzarsi di tagliatelle fatte in casa. Quelle buone.