Cerasa, piccolo castello tutto da scoprire
Una strada dove il via vai delle automobili non conosce sosta, una lunga striscia d’asfalto puntellata ai lati da moderne abitazioni e un cartello che recita: Cerasa, frazione di San Costanzo. Uno scenario di certo capace di deprimere il visitatore arrampicatosi fin quassù in cerca del suo bel pezzettino di tranquillo medioevo. Per fortuna, però, il primo sguardo sull’abitato è una menzogna.
Esiste ancora la Cerasa storica, il piccolo castello che con orgoglio, nel corso del ‘400, seppe tenere a freno l’ingordigia della più blasonata Fano Malatestiana. E’ solo che rimane un po’ nascosta, oscurata com’è dalla frenesia contemporanea e dalle numerose case cresciute come funghi fuori le mura.
Andiamo a dare un’occhiatina?

L’elegante arco d’accesso sovrastato dalla bella torre dell’orologio
Cerasa, tutto il bello che c’è
Dopo aver percorso un lungo viale che – con i suoi palazzi dai colori slavati e dalle linee pressoché anonime- ricorda per certi versi una periferia di città, gli occhi trarranno certo un vero e proprio godimento nel mettere a fuoco il rossiccio del laterizio impiegato nella realizzazione del castello di Cerasa, che appare senza preavviso.
A dare il benvenuto al forestiero è la bella torre dell’orologio, visibile da lontano. A fianco della slanciata struttura se ne sta invece un sobrio, e al tempo stesso elegante, arco d’accesso preceduto da un ponticello in muratura.
Varcando l’affascinante ingresso dal sapore prettamente medievale si accede istantaneamente alla piazza del paese. Qui, oltre a qualche nobile palazzo, si affaccia anche la Chiesa intitolata a San Lorenzo.
E’ un luogo di quiete, il nucleo storico di Cerasa, che racconta di ritmi lenti. Ritmi scanditi dagli odori di cucina e dal chiacchiericcio televisivo che fuoriescono dalle vecchie case.
Le antiche mura avvolgono ancora il borgo e, come una coperta conosciuta, danno al tutto un senso di calore e protezione. E’ bello passeggiare per le strette vie, magari gettando di tanto in tanto lo sguardo all’insù, per vedere di scoprire l’ennesima delle numerose torri ancora presenti e spesso trasformate in semplici abitazioni civili.

Cerasa di San Costanzo, uno dei caratteristici vicoli
Cenni storici sul castello di Cerasa
Cerasa viene fondata attorno al XII° secolo sul cosiddetto Monte del Ceregia. I suoi primi abitanti provengono in massima parte da un borgo chiamato Castello di Querciafissa, andato distrutto per una qualche ragione che la storia non è riuscita a ricordare.
Come il vecchio abitato, anche il nuovo dipende – almeno inizialmente – dall’Abbazia di San Paterniano. Nel 1279 viene ceduto in feudo a Giovanni di Sant’Andrea di San Lorenzo in campo, ma i legami con l’ordine religioso permangono. Sono infatti gli stessi monaci, come testimonia la lapide a caratteri gotici presente sulla facciata, a fondare la parrocchiale nel 1346. Ed è ancora l’Abbate Martinozzi a convincere, forse costringere, le genti di Cerasa a lavorare gratuitamente al restauro e alla fortificazione del castello nel 1380.

Cerasa, Chiesa di San Lorenzo Martire
L’orgoglio degli abitanti il borgo è scritto nero su bianco su vecchie cronache, le quali raccontano di come nel 1432 seppero tener testa al desiderio d’espansione di San Costanzo (attuale capoluogo comunale) e della ben più forte Fano. Certo, l’indipendenza del piccolo castello deve tanto pure agli interventi diplomatici del Vicario di San Lorenzo in Campo e del Governatore della Marca, ma il nobile e tenace gesto rimane.
A partire dalla seconda metà del ‘400, Cerasa conosce diversi cambi di potere. Nel 1463, assieme a Mondavio e Senigallia, si trova per Signore Antonio Piccolomini. Questi, già Duca di Amalfi, viene investito dei nuovi territori dallo zio, Papa Pio II°. Ma trascorre un anno appena e, con la morte del Pontefice, Cerasa entra nella lista dei domini fanesi.
Gli stessi territori concessi al Piccolomini finiscono nel 1474, per volere di Sisto IV°, nelle mani di Giovanni della Rovere. E’ nel 1520 che Cerasa, così come tutto il Vicariato di Mondavio, passa alle dipendenze di Fano come da desiderio di Papa Leone X°.