Eremo della Madonna del Faggio a Montecopiolo
Una quiete che lava via ogni irrequietezza dall’anima, una vista mozzafiato che si stende dalle frazioni vicine fino a raggiungere la Riviera Romagnola e le poderose torri sammarinesi, la brezza carica degli odori del bosco che solletica le narici e punge la pelle anche nei mesi più caldi, e la notte un cielo stellato che giureresti di poter imprigionare un astro tra il pollice e l’indice allungando appena una mano. Tutto questo è l’ Eremo della Madonna del Faggio, luogo di silenzio e dolce stupore.
E’ la stagione invernale, grazie all’adiacente pista da sci, quella che riempie di visitatori il luogo di culto, eppure l’estate rimane il periodo ottimale per visitarlo.

L’Eremo immerso nella quiete della natura circostante
Tra fede e leggenda, ovvero: la nascita dell’ Eremo della Madonna del Faggio
L’origine di questo splendido Eremo è imbevuta di leggenda, oltre che di una smisurata fede.
Stando a quanto raccontano libri pressoché dimenticati e vecchi di decenni, questo luogo sacro venne edificato praticamente a furor di popolo. Accadde infatti un giorno, un giorno entrato a viva forza nella tradizione, che due giovanissimi pastori si cacciarono in un gran pasticcio e, a quel che si dice, fu nientemeno che la Beata Vergine Maria a venir loro in soccorso. A distanza di qualche tempo, proprio sul luogo del miracolo, venne ritrovata l’immagine della Vergine appesa ad un faggio.
La genti del posto decisero allora di trasportare la sacra raffigurazione entro le mura del Castello di Monte Boaggine al fine di darvi più degna ospitalità. Inspiegabilmente l’indomani entro l’abitato non c’era più alcuna traccia del prezioso cimelio. Sorpresa! L’immagine sacra era ritornata sul suo bel faggio, segno inequivocabile che proprio lì si avesse da costruire un santuario.

Eremo della Madonna del Faggio, esterno.
Cenni storici sull’ Eremo della Madonna del Faggio
E’ da poco meno di un millennio che il Monte Carpegna (1415 metri sul livello del mare), oggi situato entro il perimetro del Parco del Sasso Simone e Simoncello, ospita il santuario. Il documento più antico inerente il nostro splendo luogo di fede (un tempo dipendente dall’ Abbazia di Santa Maria del Mutino) è datato 1205 e racconta di un lascito: cosa, a dire il vero, piuttosto insolita per una minuta cappella di campagna. Strana, addirittura, se pensiamo che quel duecentesco donatore fu emulato nel corso dei secoli da tantissimi altri suoi concittadini.
Nella realtà, l’ Eremo della Madonna del Faggio è da sempre nei cuori dei fedeli di questo territorio: la spiegazione sta probabilmente nel fatto che la popolazione locale – in passato dedita prevalentemente alla pastorizia – fin da remotissimi tempi veniva qui a pregare la Beata Vergine appena prima della transumanza affinché proteggesse gli uomini e le bestie dirette nei floridi pascoli toscani e, al contempo, rivolgesse il suo sguardo benevolo anche alle donne, ai bambini e agli anziani rimasti in paese.
Le genti affidavano speranze e preghiere ad una Madonna scolpita nel legno, Madonna che si pensa possa essere presente fin dalla fondazione della celletta più antica. La scultura, oggi mancante di Bambino, è stata da poco restaurata ed è ubicata sopra l’altare maggiore.

La venerata statua della Beata Vergine all’interno dell’ Eremo della Madonna del Faggio
L’ Eremo cambia volto
Diversi sono stati i ritocchi apportati all’ Eremo della Madonna del Faggio nel corso del tempo (grazie soprattutto al consistente numero di donazioni), ma la ristrutturazione più importante si ebbe nei primi anni ’50, quando l’antica celletta dovette essere abbattuta per lasciare spazio al nuovo campanile, i locali ampliati e il portico costruito ex novo.
Buona visita!
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