Eremo di Monte Giove : fede, meraviglia e tradizione
Quanto meno curioso il fatto che l’ Eremo di Monte Giove, uno dei luoghi di fede più suggestivi dell’intera Regione Marche, debba il nome al padre di tutti gli dei pagani e che, non di meno, sorga sullo stesso colle che gli antichi romani avevano scelto per praticare il proprio culto. A quanto pare, il glorioso popolo nostro antenato vi aveva addirittura edificato un tempio di notevole importanza.
Ma non è certo il latino la lingua più remota di cui questo poggio – che a poca distanza dalla costa s’impenna fino a toccare i 233 metri sul livello del mare – ha memoria. Come dimostrano i numerosi reperti tornati alla luce, il territorio era già frequentato nel paleolitico. Le tracce più evidenti di vita passata le hanno però lasciate i Piceni, misteriosa comunità che popolava le nostre terre durante l’età del ferro.
Se la storia non fa difetto al luogo, atmosfera e bellezza non sono da meno. Andiamo allora a dare un’occhiata più da vicino.

Eremo di Monte Giove – Rampa d’accesso e portale
Tutto l’incanto che c’è all’ Eremo di Monte Giove
E’ esattamente sui tre ettari o poco più di terreno che fanno da cappello al colle che sorge il complesso monastico dei Padri Camaldolesi, ultimato nel 1627 sul suolo acquistato dai religiosi una ventina di anni prima.
A dare il benvenuto al visitatore c’è una bella rampa seicentesca che conduce ad un altrettanto splendido portale, portale che si apre su una cinta muraria che conferisce al luogo quasi l’aspetto di fortezza.
Entrando si viene subito colpiti dal silenzio che da queste parti regna incontrastato e dalla figura a pianta ottagonale che si staglia imponente davanti gli occhi: la chiesa dedicata al Salvatore, realizzata su disegno del riminese Giovan Francesco Buonamici. Questo luogo di culto è andato a sostituire nel 1741, in posizione più arretrata, un edificio più antico di analoga funzione minacciato dall’instabilità del terreno.
All’interno vengono custodite numerose opere di rilievo: assieme alla statua realizzata dal veneziano Antonio Corradini che ritrae quel San Romualdo fondatore dell’ordine camaldolese, vi sono anche quelle dedicate a San Benedetto, Santa Scolastica, San Pier Damiani e San Bonifacio (eseguite, queste, dallo scultore Carlo Santi). Interessanti anche le tele che impreziosiscono la chiesa: quelle di Venanzio da Camerino e di Gianandrea Lazzarini.
Nel perimetro del monastero si trovano anche alcune casette (e numerosi orticelli) riservate ai religiosi e la foresteria. E’ passeggiando senza meta, accarezzando distrattamente i mattoni di questi edifici mentre i piedi s’infilano uno davanti all’altro, che quasi per caso si arriva ad un balcone che permette una vista sorprendente su Fano e su una bella fetta di costa. Una vista che riappacifica col mondo.

La chiesa ottagonale presso l’ Eremo di Monte Giove
Il sapere dei libri, il sapere delle mani
Qualche parola merita di essere spesa anche per la biblioteca e per la farmacia dell’ Eremo di Monte Giove. La prima, lontana parente di quella andata dispersa a seguito delle soppressioni napoleonica prima e del Regno d’Italia poi, venne ricostituita a partire dal 1925, anno in cui i monaci riuscirono a riappropriarsi di questo straordinario luogo di fede. I volumi che oggi si possono consultare provengono in massima parte da altri centri camaldolesi, da donazioni di privati e da acquisti effettuati dagli stessi religiosi.
Il fondo antico comprende oltre un migliaio di libri stampati tra il XVI° e il XIX° secolo, inerenti soprattutto la teologia e le scienze umane. La biblioteca moderna è invece forte di oltre cinquemila titoli che trattano per lo più di religione, arte e storia locale, senza tralasciare tuttavia quella contemporaneità espressa dai filosofi, dagli economisti e dai grandi narratori.
I locali della biblioteca ospitano sovente incontri culturali e offrono uno spazio di studio e di quiete a chi, per qualche momento, desidera isolarsi dal mondo in compagnia di un buon libro. E’ inoltre attivo, oltre al servizio di consultazione in sede, anche quello di prestito esterno.
Se la bellezza del luogo e le storie di meraviglia dette dai libri sono un sollievo per l’anima, il corpo lo si cura con i ritrovati della nota farmacia di Monte Giove. Lo studio e la coltivazione delle erbe medicinali sono qui una tradizione. E come poteva essere altrimenti? Per chi vive isolato dal contesto sociale come, appunto, i monaci, conoscere la medicina è un fatto indispensabile, un fatto da cui un tempo dipendeva la sussistenza stessa dei centri religiosi.
Farà certo piacere al visitatore sapere che ancora oggigiorno si possono trovare in quel di Monte Giove tisane, medicamenti e liquori preparati seguendo lo antiche ricette.
L’ Eremo di Monte Giove oggi
Della nomea del luogo, di quella fama che nel 1657 spinse la regina di Svezia Cristina Alessandra Maria e visitare il monastero, resta ben poco. Quello che rimane sono la passione e l’impegno che muovono i cinque religiosi che ancora vivono qui nella salvaguardia della tradizione e della fede. Sono le piccole cose a rendere speciale questo eremo, dove il visitatore può alloggiare e ritrovare se non la strada che conduce al Signore, almeno un pezzetto di quel sé stesso che non ricordava di aver perduto.
Scopri con Google Maps come arrivare all’ Eremo di Monte Giove
Buona visita!