Reforzate di Sant’Ippolito, un amore di castello
Reforzate è, con i suoi venticinque abitanti, uno dei castelli più piccoli e curiosi della Provincia di Pesaro e Urbino. I documenti attestano l’esistenza di questo davvero caratteristico borgo fortificato già a partire dal 1224, quando rientrava nella lunga lista dei possedimenti fanesi. Le sorti del borgo passarono poi nelle mani dei Malatesta e, infine, in quelle dei Montefeltro.
E’ proprio una formella posta sulla parte alta della stretta porta che conduce al nucleo abitativo a ricordare il legame tra il minuto paese e la nobile casata feltresca: essa ritrae infatti l’aquila di Federico, il più celebre tra i Duchi d’Urbino. Si tratta in verità di una copia, dal momento che l’originale non ha retto alle angherie prodotte dallo scorrere dei secoli.
Sotto il rapace recentemente scolpito, se ne stanno tre archi. Il primo è a tutto sesto, gli altri due a sesto acuto. Testimonianze, queste, che assieme al sovrapporsi di stili, raccontano il lento procedere della vita e delle epoche.

Reforzate, porta del castello
Lasciata alle spalle la peculiare porta d’accesso, il visitatore non tarderà ad imbattersi – alla sua sinistra – in un edificio religioso. E’ la Chiesa di San Pietro, edificata sul finire del ‘700 in sostituzione di una struttura più antica posta fuori le mura. La costruzione sacra, nonostante le sue origini non siano poi così remote, conserva al suo interno diverse opere d’arte (alcune risalenti al XV° secolo) tra cui spicca la seicentesca pala raffigurante una Madonna del Rosario.
Ma non è la magnificenza dei luoghi (che, in tutta onestà, non arrivano a proporre una bellezza così evidente e schiacciante) a fare di Reforzate un luogo magico. A riuscirci sono semmai le gioiose urla dei bambini che ancora si vedono correre liberi per il paese e la meraviglia umile propria delle piccole cose.

Uno degli splendidi portali che caratterizzano Reforzate
Questo castello, al pari del capoluogo comunale Sant’Ippolito, è infatti vissuto oggi come in passato da maestri scalpellini, uomini il cui mestiere se ne sta lì, indeciso se essere arte o artigianato. Ed è commovente il lavoro svolto dalle sapienti mani di codesti uomini nel tentativo di donare grazia e nobiltà al paese, paese legato alla terra, modesto, che certo non poteva permettersi di mettere a libro paga alcun artista di fama.
E allora è bello, come suggerito da Daniele Sacco nel suo La Provincia dei Centoborghi, dedicarsi ad una inconsueta caccia al tesoro, prendere cioè a cercare quelle sculture e quelle pietre lavorate a mano – mirabili esempi di arte povera – lasciate in giro per il borgo dagli scalpellini di ieri e di oggi.
Un forziere enorme, buono a tenerci dentro tonnellate d’incanto, è quello che potrebbero riempire gli occhi d’un forestiero curioso. Lo potrebbero colmare nello spazio di qualche attimo d’un tesoro fatto di formelle, madonnine e fregi di portali.
E, parlando di portali, non si può in alcun modo fare a meno di notare quello di Palazzo Michelangeli, costruzione che fu sede del podestà ai tempi in cui Reforzate era castello indipendente e non ancora assoggettato a Sant’Ippolito.

Palazzo Michelangeli o… del Podestà
Dal momento che la star del luogo è senza dubbio la pietra, anche un’occhiata alle mura che cingono l’abitato è d’obbligo: l’arenaria che oggi le compone è in buona parte la stessa d’un millennio fa… Non male, vero?
Ma la cosa che di Reforzate più sorprende è la vitalità che le è propria. Nonostante l’esiguo numero di residenti, infatti, l’abitato non è sonnacchioso come ci si aspetterebbe da un castello posto così fuori mano. E’ stato capace di attrezzarsi, questo bel borgo, di fare in modo che la parola futuro non fosse cancellata dal suo personale dizionario. Come? Diciamo che ha preso spunto dal detto ‘se la montagna non viene a Maometto, allora Maometto va alla montagna’. In poche parole, il piccolo centro, non potendo scendere a valle verso le più grandi vie di comunicazione, ha trovato la maniera di convincere la gente a salire fin sul suo poggio. E continua a farlo tuttora, grazie al rinomato ristorante ‘La Piadina’ e alle numerose manifestazioni che vi si organizzano.
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