Il Castello di Sorbolongo
Sorbolongo, un nome piuttosto curioso da affibbiare a un borgo. Eppure il toponimo non è affatto dovuto alle bizzarrie del caso: esso trova il suo motivo d’essere in una leggenda popolare che ricorda l’antica presenza di un sorbo altissimo, una pianta cresciuta a dismisura proprio dove oggi sorge il bel castello.

A confondere ancor di più il forestiero è la presenza della Chiesa di San Michele Arcangelo. I luoghi di fede intitolati a questo guerriero Celeste – spesso ritratto nell’atto di uccidere il demonio – sono infatti solitamente ubicati in alta montagna, meglio se in luoghi selvaggi e difficilmente accessibili. Basta pensare per un attimo agli altri edifici sacri dedicati al Santo dalle nostre parti e non tardano a venire in mente la Chiesa di VILLAGRANDE DI MONTECOPIOLO (l’abitato più alto della Provincia) e l’ormai scomparso monastero sulla sommità del Sasso Simone.
Come mai, dunque, una Chiesa di San Michele Arcangelo in quel di Sorbolongo? Bisogna dire che se anche l’abitato sorge su di un modesto poggio (357 metri appena sul livello del mare), è posizionato in maniera tale che l’occhio può spingersi lontanissimo, talmente lontano da fare del panorama un valido motivo di richiamo per il visitatore.
Non di meno, le poche centinaia di metri che separano la cima del colle dalla piana sottostante furono salvifiche al pari d’un intervento divino: uomini e donne vissuti nella valle attorno al V° secolo scoprirono infatti nella piccola altura un rifugio utile nel sottrarsi alla devastazione portata dai barbari giù da basso.

Solo pochi anni dopo la sua fondazione, Sorbolongo dovette conoscere la dominazione longobarda prima e franca poi. Infine il territorio divenne cosa della Chiesa Romana, o almeno lo diventò nominalmente, perché il potere effettivo era dai papi delegato a vicari come i Signori di Urbino o quelli di Rimini e Fano.
Durante l’occupazione francese operata dalle truppe di Napoleone il castello venne eletto a Comune e rimase tale fino alla Restaurazione, allorché divenne frazione di SANT’ANDREA DI SUASA. Con l’Unità d’Italia, Sorbolongo poté ancora fregiarsi del titolo di capoluogo comunale a tutto il 1928, quando gli toccò di considerarsi nuovamente frazione. Questa volta di Sant’Ippolito.

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