Una visita al Gradara War Cemetery
Ci sono cose che avrebbero dovuto essere e invece non sono. Ad esempio quella fotografia che avevi in testa, uno scatto fatto del manto d’ambra che un tardo sole estivo getta sul verde delle ultime colline marchigiane, e che ricopre ogni cosa col suo colore caldo: case, campi e strade. Strade che, in fondo allo sguardo, paiono grossi serpenti grigi intenti a dissetarsi nell’azzurro del mare di Romagna. Un dipinto incorniciato da un arco antichissimo, una vecchia porta che da secoli impreziosisce il Castello di Gradara.
Ci sono cose che avrebbero dovuto essere e invece non sono. Ad esempio una panchina su cui sederti e stare solo, a lasciarti suggerire storie da mura che ne conoscono a milioni, mentre le sottili assi di legno ti baciano la pelle scoperta sotto le ginocchia e, generose, le restituiscono il calore che hanno ricevuto in dono dalla giornata. Oppure il silenzio, quel silenzio che riempiva il film che avevi scritto prima di partire e che invece se la deve vedere con il rumoreggiare di scolaresche, con grida di bambini felici. Troppe voci, per poter udire quella flebilissima del luogo che si racconta.
E allora decidi di levare le tende e andartene a visitare il Gradara War Cemetery, più comunemente noto come Il cimitero inglese di Gradara.

Ingresso del cimitero inglese
Qui il rumore è decisamente meno intenso. Appena il canticchiare di qualche cicala e uno sportello che si chiude: quello della tua auto. Non c’è nessuno.
Ci sono cose che non avrebbero dovuto essere e invece sono. Ad esempio le righe che stai leggendo. D’altra parte non c’è molto da descrivere dalle parti del Gradara War Cemetery: c’è giusto qualche grande albero che getta grosse macchie d’ombra su un prato ben curato, un tempietto-mausoleo che conserva un libro dove sono annotati i nomi dei defunti e una pace infinita. Ma il senso del visitare luoghi non è da rintracciarsi nello stilare liste di monumenti senz’anima, piuttosto nel lasciare che questi ci comunichino sensazioni. E il Gradara War Cemetery, pacatamente, a chi ha tempo e voglia di starlo a sentire, parla.
Ci sono cose che non avrebbero dovuto essere e invece sono. Ad esempio 1191 lapidi bianche disposte in lunghe file parallele in questa piccola altura appena fuori Gradara, a commemorare uomini venuti da lontano per liberare l’Italia, uccisi nell’autunno 1944 dalla furia nazifascista.
Ci sono cose che non avrebbero dovuto essere e invece sono. Ad esempio un padre invincibile che non ha saputo tener testa a un nemico minuto, minuto come un proiettile. Una sposa con un letto improvvisamente insostenibilmente grande e freddo. Un figlio partito per un lungo viaggio senza sulla fronte lo schiocco umido di un bacio triste di madre. Ragazzi che non verranno cullati mai nell’ultimo abbraccio di una terra conosciuta, familiare.
Ci sono cose che non avrebbero dovuto essere e invece sono. Ad esempio esseri umani troppo a lungo lontani da casa per non venire dimenticati.

Gradara War Cemetery – Lapidi dei caduti
Come arrivare al Gradara War Cemetery
Prendendo il castello come punto di partenza, arrivare al cimitero inglese è semplice. E’ sufficiente imboccare la strada in direzione Pesaro. Appena superato il ponte sotto il quale scorre la A14 si deve svoltare a destra. La struttura è dotata di uno spiazzo dove poter parcheggiare.